UNA “ODISSEA” SANITARIA IN UN OSPEDALE MARSICANO
- Scritto da Ivan Cicchetti
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Redazione-Dopo quindici giorni di stecca al dito, torno all'ospedale di ............ per togliere la stecca e controllare se la rottura ancora esisteva o ero guarito. Dopo venti minuti di fila al CUP sotto le urla della cassiera, che distribuiva ululati qua e la , soprattutto ai mal capitati anziani, consegno le impegnative , la graziosa urlatrice distacca dall'ugola una nota altissima da farmi accigliare non poco. Il collega vede la mia reazione e mi chiama da parte , pago le impegnative e vengo avvertito che devo andare all'Ospedale di ......... per il controllo. NON POTEVANO DIRLO PRIMA, CASOMAI AL PRONTO SOCCORSO.Arrivo all'Ospedale indicato alle 9.35 vado in sala gessi................sembrava il mercato di Porta Portese a Roma.Prendo il numero , numero 19, mi rallegro vedendo un numero basso, il tempo di sbattere le ciglia e la porta si apre, esce un infermiera e chiama il numero 79..........quaranta persone prima di me? Da un angolo una signora si agita dicendo proverbi antichi, insulti all'ospedale e alla sanità. Il motivo centrale era che in quelle sale d'aspetto c'era di tutto, pazienti del pronto soccorso, pazienti per il controllo, pazienti che arrivavano, come me , dall'ospedale di ............ tutti per la sala gessi e ortopedia. La fila va avanti a rilento,anzi ancor peggio a passo di lumaca.Gli ortopedici ogni tanto escono ed entrano. Esce dalla sala gessi una ragazza, con voce sussultante implora una dolce parolaccia , contornata da simil parole volgari. Arrabbiata , e con una caviglia fasciata, dice che in confusione, dalla radiologia dicono che il suo piede è rotto, ma l'ortopedico dice di no, l'ortopedico la rispedisce in radiologia per un ulteriore esame. Esame fatto stessa risposta, ROTTO, torna in ortopedia e........... stessa risposta NON E' ROTTO.........si prosegue per oltre un ora.Finalmente il tutto si risolve.......arrivano i Carabinieri. Intanto la fila prosegue lenta lenta, ore 17.00 mancano sei persone prima di me, imploro finalmente la fine della fila, ma ....... un urgenza dal pronto soccorso, naturalmente precedenza. Dopo mezz'ora riparte la fila, alle 17.45 tocca a me, finalmente entro.L'ortopedico vede la mia documentazione e mi dice che quella non era la prassi......cioé? Che prima dovevo fare il controllo da un ortopedico. Ma se avevo la stecca e tutto fasciato, come facevo la visita? Sottolineo al dottore che l'ospedale di ........... mi aveva mandato li, e lui....... NON E' LA PRASSI....... " Sig. dottore io faccio tutto altro mestiere che il medico e i suoi colleghi dell'ospedale di ........ mi hanno mandato qui. Non è colpa mia se questa non è la prassi, dovrebbe prendersela con i suoi colleghi" il dottore al quanto innervosito mi dice che dato che non era la prassi mi poteva anche non controllare. Li la mia pazienza ha deposto l'ascia " mi visita e controlla i raggi fatti o devo chiamare i carabinieri?" dopo la mia gentilissima affermazione controlla il tutto, mi fa il foglio e con tono demoniaco dice ai suoi colleghi basta visite che si è stufato.........il collega con tono leggiadro osserva al carissimo dottore che mancano solo tre pazienti, e lui conferma la precedente affermazione contornandolo con qualche parolaccia. Il caso ha voluto che uno dei pazienti era alla porta che aspettava che uscivo. Dopo venti minuti una pattuglia ha fatto di nuovo ingresso in Ospedale , forse cercava la sala gessi? Il Paziente forse si chiama tale perché con tutto il dolore è paziente nell'aspettare il proprio turno, ma come si dice sempre la pazienza ha un limite.