PELLEGRINAGGIO DEI "DEVOTI" AL SANTUARIO DELLA SS.TRINITA' DI VALLEPIETRA: DOMENICA PREVISTO IL TRADIZIONALE "PIANTO DELLE ZITELLE"
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Redazione-Si rinnova, anche quest'anno, il tradizionale pellegrinaggio dei Fedeli-Devoti al Santuario della SS.Trinità di Vallepietra.Le Previsioni Meteo, per il fine settimana, sono all'insegna del Bel Tempo. Di tutte le feste della Fede che vengono celebrate,la solennità della SS. Trinità risulta probabilmente tra quelle meno “coinvolgenti” sotto il profilo emotivo e sentimentale. Forse perché, quando parliamo della Trinità, ci vengono subito alla mente parole e formule poco comprensibili (alcune di queste le ritroviamo ancora, per esempio, nel Prefazio della liturgia!). Parole e formule che non aiutano ad andare al cuore di questo “mistero”, che è poi il cuore stesso della nostra fede. Gesù non ha mai usato direttamente la parola «Trinità». L’espressione, infatti, appartiene alla teologia e alla catechesi. Ma è proprio Gesù che, al di là delle parole usate, ci ha fatto conoscere e sperimentare i frutti del mistero trinitario; è lui che è venuto a dirci e a farci fare esperienza di un Dio vicino all’uomo, interessato alla sua sorte. Nella sua vita terrena, tutte le sue parole e i suoi gesti sono stati orientati a farci conoscere il progetto d’amore di Dio Padre, realizzato da Gesù suo Figlio e reso vivo ed efficace per noi mediante il dono dello Spirito Santo. In altri termini, Gesù ci ha detto che il Dio, nel quale noi crediamo, non è un Dio che vive nella sua splendida solitudine: egli è reciprocità, relazione, scambio, incontro, abbraccio. È un Dio che vive in comunione e di comunione. La grande sorpresa e il grande scandalo portati e testimoniati da Gesù sono stati e sono ancora questo! Del resto, dal punto di vista biblico, il “mistero” della SS. Trinità è storia di un amore che non si chiude in sé, ma che diventa creazione, redenzione, santificazione. La storia, dunque, di un dono poliedrico che Dio riversa sull’umanità e che cambia radicalmente chi lo accoglie, rendendolo “intimo” a lui, suo “amico e familiare”.Celebrare la SS. Trinità, allora, non può e non deve ridursi a una questione di concetti e parole da comprendere, ma è scelta entusiasta di comunione vissuta con il Dio Amore, che si è donato a noi in Gesù Cristo.Il Pianto delle Zitelle è una sacra rappresentazione della passione di Cristo che ragazze nubili di Vallepietra cantano con una scarna mimica nella prima mattina del giorno della Trinità.Il gruppo di giovinette, di regola in numero di venti, sono vestite di bianco, ad eccezione della Madonna dei Dolori che indossa una tunica nera, ognuna delle quali rievoca con monologhi e in forma per lo più monodica i misteri, recando in mano i simboli e gli strumenti della passione (il calice, le funi, la mano, la colonna, le sferze, le spine, i chiodi, il fiele, la lancia, la croce) e impersonando i protagonisti del cammino doloroso di Cristo (Giuda, Pilato, Ecce Homo, il Crocifisso, la Maddalena, la Madonna, Marta). Ad esse si affianca il coro che introduce il prologo e intervalla i misteri, almeno così fino al 1998, quando una inopportuna trasformazione ha stravolto completamente la tradizionale lauda sacra con l’introduzione di attori maschili, con movimenti scenici di tipo spettacolare su di un palco appositamente costruito e con lo spostamento di parti del testo letterario. Lo stesso ha avuto nel corso del tempo alcune varianti, abilmente ricostruite dall’attento studio di Nicoletta Cocchia,ma restando sempre fedele al modello originario, il solo che possa aiutare a comprendere la sua complessa realtà. Verosimilmente dall’inizio e fino al 1968–69 la rappresentazione del Pianto si è svolta nella stretta loggetta della facciata della cappella del santuario, poi con la costruzione in quegli stessi anni del grande altare coperto è stata spostata al suo interno
SS Trinità
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