COLLI DI MONTE BOVE, CONFRATERNITA DI S. BERARDO: PROGRAMMA MANIFESTAZIONE DEL 1° MAGGIO
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Redazione-Il primo maggio, a Colli di Monte Bove, si svolgerà la manifestazione in onore del Santo Patrono Berardo organizzata dall’omonima confraternita. Berardo dei conti dei Marsi nacque a Colli di Monte Bove nei pressi di Carsoli, dal conte Berardo e da sua moglie Teodosia, nel 1079 e morì a Marsia il 3 novembre 1130, proveniente da nobile famiglia abruzzese, fu stretto collaboratore di papa Pasquale II. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Venne avviato sin dall’infanzia alla carriera ecclesiastica ed all’età di sette anni venne affidato ai canonici della cattedrale di Santa Sabina dei Marsi che ne curarono l’educazione. Dal vescovo Pandolfo, ricevette gli ordini minori, fino all’accolitato. Completò la sua formazione presso l’abbazia di Montecassino, dove soggiornò tra il 1095 circa e il 1102.
Papa Pasquale II lo ordinò suddiacono e lo scelse quale governatore della provincia di “Campagna”. A causa dei contrasti con l’aristocrazia locale, poco tempo dopo il pontefice lo richiamò a Roma e nel 1099 lo innalzò alla dignità cardinalizia, assegnandolo prima alla diaconia diSant’Adriano] e circa un anno dopo, promossolo all’ordine dei Cardinali Presbiteri, al titolo di San Crisogono. Nel 1109 venne eletto vescovo dei Marsi e tornò nella sua terra: il suo episcopato fu segnato dall’impegno nella moralizzazione del clero (lottò contro la pratica della simonia e del concubinato dei chierici) e dalla sollecitudine verso i poveri.
Resse la diocesi fino alla morte, che lo colse il 3 novembre 1130: venne sepolto nella cattedrale di Santa Sabina di Marsia (l’odierna San Benedetto dei Marsi) e nel 1361, prima del trasferimento della sede episcopale a Pescina, le sue reliquie vennero traslate nella futura cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Tuttavia la traslazione definitiva delle reliquie avvenne nel 1631.
La venerazione popolare del vescovo Berardo iniziò subito dopo la sua morte: il suo culto fu approvato e confermato da papa Pio VII il 10 maggio 1802. In base alle ricerche condotte a metà del XVII secolo Berardo sarebbe stato prozio di santa Rosalia, patrona di Palermo e di tutta la Sicilia: la santa sarebbe stata infatti figlia del conte Sinibaldo delle Rose, membro della corte di Ruggero I e figlio di Teodino, fratello del cardinale dei Marsi. Lo scrittore Ignazio Silone di Pescina fu molto legato alla figura di San Berardo tanto da citarlo nei suoi romanzi di Fontamara e Vino e pane. Alla sua morte a Ginevra nel 1978, lo scrittore volle essere sepolto sotto il vecchio campanile di San Berardo, dove ancora oggi la sua lapide è meta di pellegrinaggi letterari.
Santo Patrono
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