Redazione- Il 25 Aprile le piazze italiane hanno celebrato il 71esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La riflessione che ne consegue è scontata e non riguarda il nostro Paese, estraneo a questo vento di destra che sta soffiando da tempo in altri Stati membri dell'Unione. Il risultato delle urne nella vicina Austria è allarmante proprio perchè non si tratta di un caso isolato.
Austria: ultradestra al ballottaggio
Un buon risultato dell'estrema destra alle elezioni presidenziali austriache era prevedibile. Non ci si attendeva però che Norbert Hofer, rappresentante del Fpoe (Partito della Libertà), sbaragliasse in maniera così netta la tradizionale maggioranza che guida il Paese sin dal dopoguerra. Rudolf Hundstorfer, rappresentante del Partito Socialista, ed Andreas Khol, esponente dei popolari, non hanno nemmeno superato l'11 per cento dei consensi mentre Hofer è andato oltre il 36 per cento. Il prossimo 22 maggio, al turno di ballottaggio, la sfida sarà con il verde Alexander Van der Bellen. Chiaro che il "portabandiera" del Fpoe, il partito di estrema destra che il discusso e discutibile Jorg Haider aveva riportato a spron battuto sulla scena politica nazionale alla fine degli anni '90, ha notevoli chances di vincere.
Terrorismo e migranti, le battaglie della destra
Inutile dire che il populismo di facile consumo ed un "ritrovato" nazionalismo che in realtà trae spunto dalle paure della gente, sono le frecce nella faretra di questa nuova destra radicale. La minaccia del terrorismo internazionale che ha dimostrato di poter colpire l'Europa e la continua ondata di migranti, di rifugiati in fuga dai Paesi in guerra, in realtà sono fenomeni che agli occhi della gente hanno una connessione. Il timore è quello che tra gli immigrati possano annidarsi papabili terroristi. Questo scenario è terreno fertile per gli estremismi politici in Europa ma anche nel mondo: nemmeno gli Stati Uniti ne sono esenti, alla luce del successo elettorale di Donald Trump. Questi elementi vanno di pari passo con un crescente "euroscetticismo", l'opposizione al processo di integrazione politica ed economica europea è una caratteristica fondamentale dell'estrema destra ma non esclusiva, se pensiamo che in Italia tra i principali partiti euroscettici c'è il Movimento 5 Stelle ed in Grecia le bandiere dell'euroscetticismo sono rette insieme da Alba Dorata e dal Partito Comunista. Senza contare le posizioni in merito del Partito Conservatore britannico.
Dove soffia il vento di destra
Come abbiamo già detto, l'Austria non è un caso isolato. Jobbik, in Ungheria, è il partito di estrema destra più rappresentato in un parlamento europeo; in Polonia è recentissimo l'appello dell'ex presidente Lech Walesa che paventa la distruzione della democrazia nel suo Paese ad opera del governo attualmente in carica. Ma la destra nazionalista è in ascesa anche in Grecia, dove lo scorso anno i neonazisti di Alba Dorata sono diventati il terzo partito, ed in Slovacchia, dove il Partito Nazionalista di Marian Kotleba è entrato nella coalizione di governo. I sondaggi danno in ascesa anche il partito anti-europeo ed anti-immigrati di Geert Wilders in Olanda e per quanto riguarda la Francia, dopo i recenti successi elettorali del Front National, sono parecchie le possibilità di Marine Le Pen di giungere al ballottaggio alle presidenziali del 2017. Fenomeni politici che, dunque, possono rappresentare una minaccia per le fondamenta democratiche dell'Unione Europea? Per l'eurodeputato spagnolo Esteban Gonzalez Pons, vice presidente del Partito Popolare Europeo a Strasburgo, non ci sono dubbi: "Populismo, nazionalismo e xenofobia sono i tre spettri scacciati con la sconfitta del nazismo. Ora riprendono a manifestarsi e sono chiaramente un pericolo per l'Europa". Un pericolo sottovalutato, secondo Pons, anche per "un'informazione che a causa di Internet è diventata frettolosa e superficiale e dunque non più in grando di spiegare la complessità dei problemi".