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TEATRO IMMEDIATO, PROSSIMO APPUNTAMENTO CON FRANCO MANNELLA E LA COMPAGNIA DELL'ARATRO: Redazione-  Il Direttore artistico Edoardo Oliva, attore e regista, ospita sul palco del Teatro Immediato, decima edizione, "Olea et labora" a cura della Compagnia dell'Aratro di Pianella (Pe), per la regia di Franco Mannella.L'appuntamento è per domenica 10 novembre alle ORCHESTRA DA CAMERA FIORENTINA, DAL MINISTERO DELLA CULTURA IL RICONOSCIMENTO DI ISTITUZIONE CONCERTISTICA ORCHESTRALE: Il direttore Lanzetta: “Adesso un teatro dove lavorare stabilmente.  Assumeremo giovani e allargheremo il raggio all’Umbria” Redazione-  Il Ministero della Cultura ha riconosciuto l’Orchestra da Camera Fiorentina tra le Istituzioni Concertistiche-Orchestrali. Si tratta di un traguardo importante, una svolta nella storia COMMENTI RAZZISTI SU PORTO RICO: SMENTITE DA TRUMP POCO CONVINCENTI: Redazione-  “Qualcuno ha detto che c'era un comico che ha fatto battute su Porto Rico o qualcosa e io non ho nessun'idea di chi sia. Mai visto, mai sentito parlare di lui e non lo voglio sentire”. Con queste parole MARSI'N JAZZ ARRIVA AD AVEZZANO: AL CASTELLO ORSINI IL CONCERTO DEL PIANISTA BENITO GONZALEZ, DUE VOLTE CANDIDATO AI GRAMMY: Redazione-  Direttamente dai prestigiosi live club di New York, giovedì 21 novembre al Castello Orsini di Avezzano andrà in scena il concerto del celebre pianista jazz Benito Gonzalez, due volte candidato ai Grammy Awards. L’evento, il cui orario di inizio L'ISWEB AVEZZANO RUGBY OSPITA IL RUGBY PAESE CON UN SOLO OBIETTIVO IN TESTA: LA PRIMA VITTORIA IN CAMPIONATO: Redazione-  Domenica, alle 14.30 allo stadio "A.Trombetta" di Avezzano, l'Isweb Avezzano Rugby ospiterà il Rugby Paese, squadra veneta attualmente prima in classifica. Anche se l'inizio di questo campionato non è stato dei migliori, fiducia e consapevolezza nei propri mezzi non TONY HALL (PAST PRESIDENT EBU E BBC): A - GIU’ LA MASCHERA - (RADIO 1 RAI): - C’E’: Redazione-  “C’è bisogno del servizio pubblico oggi più di 10 o 20 anni fa. Netflix e altre piattaforme fanno sicuramente un ottimo lavoro, ma diffondono la loro visione del mondo, che è quella della costa occidentale americana. Ma ci vogliono BARBARA FLORIDIA (VIGILANZA RAI): A - GIU’ LA MASCHERA - (RADIO 1 RAI): - L’OBIETTIVO NON: Redazione- “L’obiettivo non è solo quello di fare una riforma che sia il più trasversale possibile, ma anche far rinnamorare i cittadini del servizio pubblico”. Lo ha affermato la presidente della Commissione Parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei TAGLI LEGGE DI BILANCIO, I SINDACI ABRUZZESI INCONTRANO IL PREFETTO DI CHIETI: - SERVONO ALTERNATIVE -: Redazione-  Cresce l'adesione e la mobilitazione delle sindache e dei sindaci abruzzesi che chiede al governo di rivedere i tagli ai comuni in legge di bilancio. In 57 hanno firmato la lettera indirizzata a Palazzo Chigi. Una delegazione regionale è SANTE MARIE - AL VIA LA 51ESIMA SAGRA DELLA CASTAGNA: Redazione-  E'tutto pronto a Sante Marie per la famosa sagra della Castagna, giunta alla sua 51esima edizione. Un programma di tre giorni 1,2, e Novembre ricco di profumi gastronomici inversali. Tante saranno le soste culinarie, si passa dalle classiche castagne SPAGNA - DISASTROSA ALLUVIONE CON OLTRE 158 MORTI, ANCORA ALLERTA MALTEMPO: Redazione- Un'ondata di morte e distruzione nel giro di pochissime ore. La Spagna è sconvolta dalla devastante alluvione che in meno di una giornata, tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina, ha provocato almeno 158 morti e un numero ancora imprecisato di dispersi a Valencia

E' IN ARRIVO IL FISCAL COMPACT E NESSUNO NE PARLA

In evidenza Fiscal Compact Fiscal Compact

Redazione-Alzi la mano chi nelle ultime settimane ha visto anche solo un trafiletto o un qualche servizio televisivo menzionare il Fiscal Compact. In un clima già da campagna elettorale inoltrata, non passa giorno senza leggere di alleanze che si creano e si disfano, di questo o quell’esponente politico che passa da uno schieramento all’altro, di sondaggi e intenzioni di voto. Questo per non parlare delle infinite discussioni intorno alla possibile legge elettorale con la quale dovremmo andare a votare il prossimo anno. Peccato che qualsiasi futura maggioranza parlamentare e qualsiasi governo dovesse insediarsi all’indomani del voto rischia di essere, se non commissariato, per lo meno fortemente limitato nelle proprie scelte. Se lo scopo principale di un governo è infatti quello di gestire e indirizzare le risorse disponibili per attuare determinate politiche, il futuro sembra verrà deciso altrove. Entro la fine dell’anno, il Parlamento dovrà ratificare il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria, meglio noto come Fiscal Compact.

Tra le diverse disposizioni, questo trattato prevede l’obbligo di riportare entro 20 anni il rapporto tra debito pubblico e Pil alla fatidica soglia del 60%, uno dei parametri degli accordi siglati a Maastricht all’inizio degli anni ’90. Parametri fortementecriticati per la loro arbitrarietà, a maggior ragione perché da applicarsi indistintamente, senza considerare le specificità di un paese, la fase economica o la situazione sociale e occupazionale. L’Italia ha oggi un rapporto tra debito e Pil superiore al 130%. Sarebbe lungo il discorso su come si è arrivati a tale percentuale. Basti ricordare che da oltre il 120% della metà degli anni ’90, si è scesi al 103% nel 2008, per poi registrare un’esplosione che è seguita, in Italia come nella maggior parte delle economie occidentali, allo scoppio della bolla dei mutui subprime. In altre parole una crisi della finanza privata il cui conto è stato scaricato su quella pubblica. Al culmine del paradosso, la prima è ripartita a pieno ritmo, inondata di soldi tramite quantitative easing e altre politiche monetarie, mentre alle finanze pubbliche vengono imposti tagli e controlli durissimi. Ancora peggio, con un ribaltamento dell’immaginario collettivo le responsabilità delle attuali difficoltà vengono addossate ai debiti pubblici. Tale ribaltamento di cause e conseguenze della crisi è la giustificazione per volere introdurre un trattato con forza superiore alle legislazioni nazionali che ci imporrà di scendere dal 130% al 60% in venti anni. Secondo i suoi difensori, il Fiscal Compact più o meno “si pagherà da solo”. Crescita dell’economia e inflazione dovrebbero garantire un aumento del Pil che porterebbe a ridursi il rapporto debito/Pil. “Basterebbe” quindi un avanzo di bilancio non troppo gravoso per rispettare i dettami del Fiscal Compact. Dovremmo quindi imporci di rinunciare a qualsiasi margine di manovra dei prossimi governi per realizzare avanzi primari, ovvero sempre più tasse e sempre meno servizi erogati. Questo nella migliore delle ipotesi. Non è chiaro chi abbia la sfera di cristallo per potere prevedere crescita dell’economia e inflazione su un periododi venti anni. I risultati del recentepassato – per non parlare di possibili nuove crisi in un mondo sempre più dominato dalla finanzaspeculativa – non invitano certo all’ottimismo. In caso di una nuova, probabile, flessione dell’economia, rispettare il Fiscal Compact significherebbe un disastro sociale ed economico. Quello che però colpisce di più è l’affermazione definitiva della tecnocrazia sulla democrazia.

Qualsiasi futuro governo dovrà operare entro margini strettissimi e imposti da una visione dell’economia come una scienza esatta, guidata da regole matematiche dove il benessere dei cittadini o l’ambiente diventano le variabili su cui giocare, mentre i parametri macroeconomici sono immutabili. Indipendentemente da cosa ci riserva il futuro, il debito va ridotto a marce forzate e questo va garantito a ogni costo. Che il costo sia disoccupazione, perdita di diritti, impossibilità di investire per una trasformazione ecologica dell’economia, non è un problema, non può essere nemmeno materia di discussione. Attac Italia ha provato a rompere il silenzio lanciando una campagna di informazione e una petizione da firmare on-line. Perché è a dire poco incredibile assistere al livello di un dibattito concentrato sulle presunte responsabilità dei migranti, mentre in un Paese con 4,8 milioni di persone in povertà assoluta stiamo affermando che ci imponiamo vent’anni di alta pressione fiscale e tagli alla spesa pubblica e ai diritti fondamentali. Il problema non è e non può essere “prima gli italiani”.

Il problema è se sia possibile sancire che la vita delle persone – di tutti noi – sia sacrificabile nel nome di una percentuale decisa decenni fa da qualche burocrate.

Fonte:stopeuro.news

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