CARSOLI, OLIVETTI: VIA LIBERA ALL'ACCORDO CON -ADVANCED CARING CENTER SRL-
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Redazione-Una trattativa giunta alle battute finali, una spaccatura dolorosa tra lavoratori e tra sigle sindacali. Parliamo della vertenza Acc, Advanced caring center srl, società della galassia Tim che, nel corso degli ultimi anni, ha assorbito via via lavoratori Olivetti una ristrutturazione dopo l’altra. A inizio ottobre, Acc ha avviato la procedura che la porterà, dal primo gennaio, ad essere incorporata in Telecontact center spa, a sua volta cento per cento Tim. Tre le sedi di Acc: quella di Ivrea, nell’ex mensa di Gardella ora patrimonio dell’Umanità, dove lavorano 118 persone, quella di Pont-Saint-Martin, con 113 addetti e quella di Carsoli, in provincia de L’Aquila, sito storico di Olivetti, con 85 dipendenti.Acc ha disdettato tutti gli accordi integrativi del mondo Olivetti e avviato una trattativa per la cosiddetta armonizzazione e il passaggio del contratto da metalmeccanici a telecomunicazioni.
Sulla carta, le fusioni per incorporazione non dovrebbero portare cambiamenti nelle condizioni dei lavoratori, ma in concreto non è così. Telecontact (2.500 addetti in Italia) ha lavoratori con livelli più bassi, istituti contrattuali diversi rispetto ai metalmeccanici. I lavoratori del sito di Ivrea, per loro storia personale e anzianità, sono quelli che ci rimetteranno di più nel passaggio, anche fino a una settimana di ferie e oltre cento euro al mese su salari medi.
Giovedì ci sono state altre due ore di sciopero e venerdì mattina, davanti a Confindustria, c'è un presidio in concomitanza dell’incontro. Il clima è teso. L’assemblea dei lavoratori di Ivrea, mercoledì, non ha dato alcun mandato ai funzionari sindacali di votare alcunchè. Da qui, la spaccatura tra sigle e tra lavoratori. Il sito di Pont-Saint-Martin , mercoledì pomeriggio, ha votato invece per chiudere la trattativa con 100 sì su 103 votanti e il via libera è arrivato anche da Carsoli.
E alla spaccatura dei lavoratori corrisponde una divisione netta tra forze sindacali. Fabrizio Bellino, Fiom, non firmerà: «Io non faccio accordi nè posso proporre ai lavoratori di accettare di tagliarsi il salario. Di queste storie, sul territorio, ne abbiamo viste ormai abbastanza». Il punto politico, per Bellino, è ancora più rilevante: «Parliamo del mondo Tim e vediamo bene qual è la situazione. Non ci è stata detta una parola sulle prospettive, non si ha la più pallida idea di ciò che accadrà, ma si chiede ai lavoratori di ridursi il salario e a noi di certificare come far costare meno la forza lavoro». Alberto Mancino, segretario camera del Lavoro Uilm: «Rispetto a come eravamo partiti abbiamo fatto qualche passo avanti e mica dico che sono soddisfatto. Anzi. Però io penso che non si debba lasciare mano libera all’azienda. A Pont abbiamo fatto un referendum e l’ho proposto anche a Ivrea proprio perché un tema è delicato, ma la Fiom è contraria». Nel pomeriggio di ieri, Uilm ha cercato di fare un referendum in solitudine in un clima surriscaldato e laceratissimo. Hanno votato in 43, 36 i sì. Paola Eusebietti, Fim, chiarisce: «Ivrea non ci ha dato il mandato per sottoscrivere l’accordo. L’azienda aveva detto all’inizio che nessuno ci avrebbe rimesso. Nei fatti non è così e ci sono troppe incertezze.
Per cambiare le cose, devono intervenire fatti nuovi».
Fonte:lasentinella.geolocal.it
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