DURO ATTACCO AI POGRESSISTI DA PARTE DI PAPA BENEDETTO XVI:- DAL 68 INIZIO' LA CATASTROFE-
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Redazione-“Ho messo insieme degli appunti con i quali fornire qualche indicazione che potesse essere di aiuto in questo momento difficile“. Il Papa emerito torna a parlare, dopo mesi di silenzio rispettoso della condizione (inusuale) di pastore dimissionario della Santa Sede.
E lo fa su un tema scottante, discusso ta tempo, cuore della “crisi della fede e della Chiesa avvertita in tutto il mondo”: la pedofilia. Joseph Ratzinger prende carta e penna e verga 18 lunghe pagine di commento “a seguito della diffusione delle sconvolgenti notizie di abusi commessi da chierici su minori“. Un intervento importante, reso pubblico solo dopo “contatti” con “il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e con lo stesso Santo Padre”, e che inevitabilmetne farà discutere proprio perché arriva a pochi giorni dalla conclusione della riunione di febbraio di tutte le conferenze episcopali del mondo proprio sulla pedofilia.
Se Benedetto XVI ha deciso di puntualizzare il suo pensiero in merito agli abusi, un motivo deve esserci. Quale sia, non è dato sapere. Si possono però fare delle congetture. Forse il Papa non ha condiviso a pieno le conclusioni della riunione dei vescovi mondiali. O forse intendeva solo mettere un punto fermo per impedire il “collasso morale” della Santa Sede e di tutto l’impianto della “sposa di Cristo”.
Ratzinger conosce a fondo i problemi della pedofilia nella Chiesa. Lo sa perché “al momento del deflagrare pubblico della crisi e durante il suo progressivo sviluppo” era “n posizione di responsabilità”. E per “contribuire” alla “ripresa”, individua nell’origine di tutti i mali quel ’68 che tanto ha rivoluzionato la sfera sessuale dell’intera umanità. Soprattutto Occidentale. “Cerco di mostrare – scrive il Papa emerito – come negli anni ‘60 si sia verificato un processo inaudito, di un ordine di grandezza che nella storia è quasi senza precedenti. Si può affermare che nel ventennio 1960-1980 i criteri validi sino a quel momento in tema di sessualità sono venuti meno completamente e ne è risultata un’assenza di norme alla quale nel frattempo ci si è sforzati di rimediare“.
Una accusa netta, senza appelli. E vergata da chi in quegli anni veniva additato da alcuni ambienti progressisti della Chiesa come “il passato”, come il teologo (eccessivamente) ancorato alla Tradizione di “Santa romana Chiesa“.
La rivoluzione sessuale del ’68
Ratzinger analizza la situazione in Germania, che è quella che conosce meglio, ma è all’intero mondo occidentale che pensa quando critica l’introduzione “dei bambini e della giuventù alla natura della sessualità”. Condanna i “film” pubblicizzati dai ministri tedeschi per mostrare “tutto quello che sino a quel momento non poteva essere mostrato pubblicamente, rap porti sessuali inclusi”. L’apertura pubblica alla “pornografia” e la “completa libertà sessuale” propugnata dalla “Rivoluzione del 1968” portarono all’abolizione di ogni “norma”. Senza considerare che sempre nel ’68 venne “diagnositicata” la pedofilia “come permessa e conveniente”. “Mi sono sempre chiesto – scrive Benedetto – come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l’enorme numero di dimissioni dallo stato clericale furono una conseguenza di tutti questi processi”
Il collasso della teologia morale della Chiesa
Di pari passo con i sessantottini arrivò anche il “collasso della teologia morale cattolica che reso inerme la Chiesa di fronte a quei processi nella società”. Ratzinger punta il dito contro chi affermò che “la morale dovesse essere de finita solo in base agli scopi dell’agire umano”. Tradotto: l’ingresso del relativismo (niente è buono o cattivo in assuloto, ma dipende da “valutazioni relative”) nella riflessione cattolica sulla vita. Ed è proprio quando viene messa “radicalmente in discussione l’autorità delle Chiesa in campo morale” che iniziano i problemi veri.
I club omosessuali
Per Benedetto XVI tutte queste premesse servono a toccare il tasto dolente nel cuore della Chiesa. “In diversi seminari – scrive il Papa emerito – si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente e che chiaramente trasformarono il clima nei seminari”. La “Santa Sede sapeva di questi problemi”, sebbene “senza esserne informata nel dettaglio“, ma non riuscì a frenare la deriva progressista del cattolicesimo. Ratzinger parla di vescovi eletti nonostante avessero un “atteggiamento critico o negativo nei confronti della tradizione vigente“. Critica i prelati che “rifiutano la tradizione cattolica” in nome di “un nuovo rapporto con il mondo” e una “moderna cattolicità“. E poi lamenta di come in alcuni seminari “studenti sorpresi a leggere i miei libri venivano ritenuti non idonei al sacerdozio“. È così che, negli anni Ottanta, la pedofilia inizia a diventare “una questione scottante“.
Il garantismo
I vescovi, soprattutto negli Usa, che si trovarono a far fronte agli abusi dei preti chiesero aiuto a Roma. Il Vaticano indicò nella sola “sospensione temporanea del ministero sacerdotale” la via della “purificazione” e del “chiarimento”. Il fatto è che la deriva “conciliare” e contro la “tradizione” ormai intrapresa aveva sdiganato anche il “garantismo“. “Dovevano essere garantiti soprattutto i diritti degli accusati – scrive Ratzinger – e questo fino al punto da escludere di fatto una condanna. Come contrappeso alla possibilità spesso insufficiente di difendersi da parte di teologi accusati, il loro diritto alla difesa venne talmente esteso nel senso del garantismo che le condanne divennero quasi impossibili“.
L’accusa di Benedetto
La pedofilia, secondo Benedetto XVI, ha potuto “raggiungere una dimensione del genere” a causa dell’assenza di Dio nella “società occidentale”. Una società “nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire”. Con la “morte di Dio“, relegato ad un “fatto privato di una minoranza”, non si è però conquistata la libertà, come si credeva, ma si è perso “il senso che offre orientamento”. Tanto da rendere “ovvio” quel che è “male e che distrugge l’uomo: la pedofilia. “Teorizzata ancora non tempo fa – scrive il Papa emerito – come del tutto giusta, essa si è diffusa sempre più. E ora, scossi e scandalizzati, riconosciamo che sui nostri bambini e giovani si commettono cose che rischiano di distruggerli. Che questo potesse diffondersi anche nella
Chiesa e tra i sacerdoti deve scuoterci e scandalizzarci in misura particolare”
Fonte:rassegneitalia.info
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