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FUOCHI FATUI TRA MITI E LEGGENDE ED IPOTESI SCIENTIFICHE

Fuochi Fauti Fuochi Fauti

Redazione- Sono deboli luci fluttuanti simili a fiammelle, visibili di notte sul terreno, di colore blu (ma vengono riferite anche di colore giallo, verde e rosso). Il fatto che si osservino solo di notte è frutto non del fatto che compaiano solo in questo periodo del giorno, ma della difficoltà estrema a vederle in caso di presenza di altre fonti di luce. La loro origine è ancora un mistero, verosimilmente però sono dovute ad un fenomeno chimico dovuto alla fosfina (fosforo di idrogeno). Ciò spiegherebbe la presenza di una fiamma definita “fredda” dai testimoni oculari, fenomeno parzialmente ottenuto in laboratorio dal CICAP (comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Un’ipotesi alternativa riguarda la decomposizione di materiali organici (metano e fosfano), il che ne spiegherebbe la presenza frequente presso paludi e cimiteri. Una interessante descrizione che è stata data di questi fenomeni è la seguente, e se ne ricava un quadro di estremo mistero e interesse:

Nell’aspetto, in genere, il fuoco fatuo somiglia ad una fiamma; vista da vicino il colore pare bluastro, rossastro, verdastro o giallastro, sfumante nel purpureo ma mai di un bianco puro. Talvolta la fiamma assume una posizione fissa, brillando con forza vicino al terreno o a pochi piedi sopra di esso; altre volte, può mostrarsi in rapido movimento, talvolta salire in alto, a mezz’aria, e ancora separarsi in fiamme più piccole che sono state viste avvicinarsi, allontanarsi e ricombinarsi.

MITI E LEGGENDE

Il nome italiano, fuoco fatuo, non esprime certamente la fantasia usata da altri popoli per descrivere questi fenomeni, nome legato a volte a leggende davvero curiose.
In inglese, per esempio, i nomi usati per indicare questo fenomeno sono Will-o’-Wisp, o Jack-o’-Lantern, nomi che nascondono storie degne di essere raccontate, esempi di tanti altri nomi e altre storie che però si assomigliano un po’ tutte.
Il termine Will-o’-Wisp è diffuso in alcune zone dello Shropshire, nelle Midlands (Gran Bretagna) e si basa sul racconto del malvagio fabbro Will che giunto alla fine della sua vita ebbe da San Pietro la possibilità di redimersi ma, essendone incapace, fu condannato a vagare sulla Terra per sempre con in mano un carbone luminoso per scaldarsi e cercare la via della redenzione. Will se ne servì invece per attirare in una trappola le persone che vedevano quella luce, portandole ad entrare in foreste fittissime e in terribili paludi, da dove non riuscivano più ad uscire.
Il termine Jack-O’-Lantern risale invece all’Irlanda, e la storia racconta dell’alcolizzato Jack che fu costretto a vagare – anch’egli- per l’eternità con una lanterna, escluso come era sia dal Paradiso che dall’Inferno, avendo non solo avuto cattivi comportamenti, ma avendo addirittura tentato di ingannare il diavolo.
Le storie in Gran Bretagna si assomigliano tutte riguardo alla caratteristica di malvagità della luce stessa o di chi la porta con sé.
Nelle tradizioni di molti Paesi Nordeuropei, Scandinavia in primis, troviamo la “lanterna” in mano a un folletto che accende una fiamma in corrispondenza dei luoghi dove ha nascosto dei tesori, quindi dando la possibilità alle persone di arricchirsi.
In Francia il fuoco fatuo si chiama Feau Boulanger (fuoco rotante) o Feux Follet” anima perduta per non aver ricevuto il battesimo in tempo. Per aiutare queste anime occorre pregare per farle uscire dal Purgatorio, oppure gettare un mantello dove l’anima possa andare e ripararsi, o ancora lasciare un coltello nel terreno e permettere all’anima stessa di suicidarsi.
Secondo altre culture (slave e gaeliche) gli esseri portatori dei fuochi sono quelli morti per cause sconosciute.
In Giappone i fuochi sono segno di sfortuna per chi li vede, il loro nome è Hitodama (sfera umana).

Ultima modifica ilGiovedì, 05 Gennaio 2023 21:39

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