CARO LIBRI,ALLARME ROSSO:1 SCUOLA SU 5 E' FUORI LEGGE.BOLOGNA,ROMA E GENOVA LE CITTA' PEGGIORI
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Redazione-Oltre 2 su 5 sforano il tetto di spesa stabilito dal Ministero per la dotazione libraria e circa il 20% è fuori norma perché oltrepassa persino la soglia di tolleranza del 10%. Bologna, Roma e Genova le città con più istituti fuori norma con buona pace dei risparmi delle famiglie. È quanto emerso dall’indagine annuale di Skuola.net sul rispetto dei tetti di spesa.Lievita la spesa per l’acquisto dei libri, colpevole la scuola italiana. 2 istituti su 5 non rispettano la legge 169/2008 che impone di non superare un certo limite circa il costo dei testi in adozione stabilito dal Ministero dell’Istruzione per ogni indirizzo e anno di corso.
I prof possono superare il tetto di spesa al massimo del 10%, adducendo comunque le motivazioni del caso. Ma secondo un’indagine di Skuola.net su un campione di 100 classi, nemmeno questo limite viene rispettato da circa il 20% di quelle esaminate. A queste si aggiunge un cospicuo numero, circa il 20% del totale preso in analisi, che oltrepassa il limite pur senza eccedere il margine di tolleranza. E rispetto al 2014, le classi che superano il tetto di spesa oltre la soglia consentita sono in aumento passando da circa il 10% al 20%. A conti fatti, 1 scuola su 5 fa spendere alle famiglie più di quanto sancito dalle norme. Con buona pace dei risparmi di mamma e papà. È pur vero che dal 2013 c’è stata una piccola anomalia: fino a quell’anno e con cadenza annuale il Ministero dell’Istruzione era solito emanare un decreto che ritoccava all’insù i tetti di spesa in base al tasso d’inflazione.
Per gli anni scolastici 2014/2015 e 2015/2016 non è stato così e il Miur ha deciso di mantenere gli stessi tetti di spesa del 2012/2013. Ma i prezzi di copertina non si sono di certo arrestati e questo può giustificare un aumento dei costi rispetto all’anno passato a parità di classi esaminate. In alcuni casi lo sforamento è di pochi spiccioli. Ad esempio, al liceo scientifico Avogardo di Roma si parla di un eccesso di circa 6 euro e addirittura nel caso dell’istituto tecnico Montale di Genova la differenza con il tetto di spesa consentito è pressoché irrisoria, appena 75 centesimi. Altri, al contrario, obbligano le famiglie a una spesa notevolmente più rilevante di quella che dovrebbe essere loro garantita: all’istituto professionale Santarella di Bari, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, le famiglie sono obbligate a spendere quasi più del doppio consentito: 348,48 euro contro i 244 stabiliti dal decreto sui tetti di spesa. Bologna, Roma e Genova le città con il maggior numero di scuole che non pongono limiti al costo per l’acquisto dei libri. Addirittura, nel capoluogo emiliano gli istituti a sforare sono la metà di quelli analizzati, 1 su 5 addirittura supera anche il margine di tolleranza concesso.
L’istituto professionale Fioravanti, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, è sopra al limite del 23% e l’istituto professionale Bartolomeo Scappi, indirizzo servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera di circa il 15%. A Genova sono invece quattro le scuole analizzate che non aiutano le famiglie, di cui una fuori norma arrivando a oltrepassare il tetto del 13%. Stesso numero di istituti che non hanno tenuto conto dei freni imposti dal Miur anche a Roma, dove però a oltrepassare anche il margine di tolleranza sono due istituti, il tecnico Pantaleoni con l’11% e l’ipsar Tor Carbone con il 24%.
L’indagine del portale ha esaminato un campione di cento prime degli indirizzi con il maggior numero di iscritti (Liceo scientifico, classico, Istituto tecnico settore tecnologico indirizzo informatica e telecomunicazioni, Istituto tecnico settore economico indirizzo amministrazione finanza e marketing, Istituto professionale settore industria e artigianato indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, Istituto professionale settore servizi indirizzo enogastronomia e ospitalità alberghiera) presenti nelle dieci città italiane più popolose (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania), lasciandone tuttavia invariata la composizione di anno in anno. Il calcolo su cui si è basata la ricerca ha tenuto conto dei libri di testo obbligatori adottati escludendo quelli consigliati (es. libri di lettura). In questo modo si è voluto individuare l’importo della spesa iniziale che una famiglia deve sostenere per ciascun figlio all’inizio del suo percorso di studi.
Negli anni successivi al primo, infatti, spesso si utilizzano alcuni libri di testo già acquistati in precedenza e sarebbe difficile stabilire con esattezza l’importo totale per la spesa dei libri. Ma cosa succede alle scuole che non rispettano i tetti di spesa stabiliti dal Miur? Non è facile capirlo. Skuola.net ha provato a parlare con gli Uffici Scolastici Regionali di Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, ma solo da quest’ultimo è arrivata una qualche forma di risposta: “Non sappiamo con esattezza quante scuole abbiano oltrepassato i limite stabiliti dal Ministero – ci ha detto il capo ufficio stampa – né la sanzione a cui sono andate incontro. C’è un ufficio apposito che si occupa della cosa, ma non so dirle il nome”. E intanto i portafogli delle famiglie piangono lacrime amare.
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