L'ITALIA E' PENULTIMA IN EUROPA PER CRESCITA ECONOMICA: PRESTO SARA' SORPASSATA DALLA GRECIA
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Redazione-L'Italia si conferma penultima in Europa per crescita dal 2014 a oggi, con l'incubo di venire sorpassata l'anno prossimo anche dalla Grecia: lo afferma il rapporto "Il ritorno dell'incertezza e il ruolo del credito bancario" diffuso venerdì da Confcommercio, secondo il quale il Pil della penisola in due anni - con i dati aggiornati al quarto trimestre del 2016 - è salito di solo due punti contro i 40 dell'Irlanda, prima della graduatoria. Il peggio viene però dalle stime al quarto trimestre dell'anno prossimo: l'Irlanda sarà prima a 150 punti sulla base 100 del 2014, Malta seconda a 126, la Romania terza a 121, il Lussemburgo quarto a quota 120. Bene anche "big" come Regno Unito (109) o Germania (107,7) mentre l'Italia dovrebbe trovarsi 27esima a quota 104,1 con la Grecia che, se seguirà le proiezioni del Fondo monetario, arriverà a quota 104,9. "Le prospettive appaiono preoccupanti anche per la caduta quasi verticale degli investimenti a partire dal primo trimestre del 2007: l'Italia si colloca al 20esimo posto e in questa posizione rimarrebbe sino alla fine del 2018", afferma Confcommercio.
Sarebbe soprattutto l'incertezza sul futuro a condizionare negativamente l'economia, frenando la crescita e sottraendo ricchezza. Sono molti infatti "gli elementi d'incertezza che permangono" e "l'incertezza è una condizione contro la quale l'unica ricetta è attendere, posticipando le decisioni. Ciò fa perdere ricchezza, comunque si evolva lo scenario", condizionato "anche dalle dinamiche del credito bancario, fattore di cruciale importanza nel determinare il rilancio della crescita o la sua ennesima ritirata". L'incertezza, secondo il dossier presentato al forum di Cernobbio, "derivante sia dal contesto esterno, sia dal contesto interno in relazione alla mutevolezza di regole e legislazione, deprime gli investimenti produttivi e la propensione al consumo". Riemergono così, sottolinea la Confcommercio, "tutte le fragilità strutturali della nostra economia, sintetizzate in termini monetari dalla persistenza di un elevato debito pubblico in assoluto e in percentuale del Pil".
Dunque, sottolinea l'ufficio studi, "all'esaurirsi del programma di acquisti di titoli del Quantitative easing nel 2018, i rendimenti dei nostri titoli potrebbero crescere significativamente, mettendo in discussione l'evoluzione programmata della finanza pubblica e dell'economia italiana nel complesso". Continua a pesare, poi, "il rischio di attivazione delle clausole di salvaguardia, con gli incrementi delle aliquote Iva (19,5 miliardi di euro a partire dal primo gennaio 2018) che immaginiamo verranno neutralizzate espandendo, come negli ultimi due anni, il deficit rispetto alla sua dinamica tendenziale. Questo ricorso al deficit sarebbe limitato al 50%, forse 60% delle clausole, spostando il disavanzo dall'1,2% in termini tendenziali. Appare dunque evidente - conclude la Confcommercio - quanto le prospettive economiche appaiano problematiche". I consumi, già in rallentamento nell'ultima parte del 2016, dovrebbero confermare nel 2017 una "crescita attenuata" al +0,8% per la "scarsa" fiducia dei consumatori, proseguendo "l'atteggiamento prudente delle famiglie".(Fonte:ilpopulista.it)
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