LA RICERCATRICE DI STORIA DELL'AFRICA ALL'UNIVERSITA' DI TORINO ANNA BONI: -TRA NOI E GLI AFRICANI C'E' UN ABISSO. LA NOSTRA CULTURA E' SUPERIORE-
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Redazione-La ricercatrice di storia dell’Africa all’Università di Torino, Anna Boni, bastona i buonisti di sinistra e i servi del politicamente corretto: “Tra noi e il popolo africano c’è un abisso. La nostra civiltà occidentale è superiore”. Poi aggiunge: “Impossibile integrare gli immigrati, non c’è lavoro”. Una verità che brucia ai nemici dell’Italia del PD e della sinistra islamista.“Il dibattito sull’esistenza di razze lo lascerei all’accademia, non è certo la sostituzione etnica il problema, ma la coesistenza di comunità diverse per cultura e tradizioni”.
Sarebbe utile, per capire, rileggere alcuni testi da tempo accantonati come politicamente scorretti, perché dimostrano la superiorità culturale dell’Occidente, di civiltà, non razziale». Per Anna Bono, già ricercatrice in Storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino autrice del saggio controcorrente Migranti!? (Edizioni Segno), tra Europa e il Terzo mondo esportatore di immigrati, c’è un abisso. «È l’abisso tra la civiltà occidentale cristiana e il resto del mondo, non solo l’Africa – spiega la Bono -. I diritti dell’uomo, universali e inalienabili, le libertà personali, il valore di ogni vita, questa è la tradizione occidentale. Dall’altra parte invece c’è una tradizione di diritti legati agli status, a sua volta determinati principalmente da fattori quali il sesso e l’anzianità di nascita, quindi una tradizione di discriminazioni e limitazioni delle libertà personali: in Africa il tribalismo, in India le caste, dappertutto l’inferiorità e lo sfruttamento di donne e bambini».
Sulla migrazione di massa verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia, la Bono nutre poche speranze di integrazione. «Non in questa fase della storia europea e tanto meno italiana. Si integra chi trova lavoro, regolare, questo è il primo passo necessario. L’Italia non ha un futuro per centinaia di migliaia di giovani stranieri, lo sappiamo tutti. La disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto e superato il 40% lo scorso anno. Ogni anno decine di migliaia di giovani italiani emigrano. Ripiegare su lavori in nero, irregolari, attività illegali, continuare a dipendere del tutto o in parte dall’assistenza pubblica e privata: è il destino di gran parte dei giovani africani e asiatici che sbarcano in Italia. Per di più l’Europa sta attraversando una crisi che per semplificare definirei di identità. Non è nella situazione migliore per assimilare gruppi consistenti di persone portatrici di valori e istituzioni diversi, in parte inconciliabili».
Un problema, più che razziale, economico: «In Italia l’arrivo di oltre mezzo milione di immigrati irregolari ha comportato la creazione per loro di un apparato assistenziale in gran parte pubblico che grava per miliardi di euro sul bilancio nazionale.
È una situazione difficile da sostenere e sempre più difficile da far accettare ai cittadini italiani».
Fonte:riscattonazionale.net
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