ROBERTO SAVIANO, OTTO ANNI IN TELEVISIONE SENZA UN CONTRADDITTORIO
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“Saviano Channel” trasmette l’Angelus a reti unificate, sull’etere pubblico e sul privato, per commentare la politica, la società, presto lo sport e… l’oroscopo.
Redazione-Tredici giugno, su RAI2 con il format “Il supplente”, e il giorno prima a “Di Martedì” su La7, per concludere nuovamente sul canale televisivo di Andrea Salerno venerdì sera, a festeggiare la puntata finale di “Propaganda Live”. Non si contano naturalmente le apparizione in RAI a “Che tempo che fa”, vera vetrina da one-man show.
Oggi Saviano è naturalmente impegnato in un’opera di resistenza attiva contro il governo Conte, perché “le uniche riforme di questo governo saranno quelle che toglieranno i diritti”, ha scritto su Twitter, e dunque “è tempo che ognuno faccia il suo, è tempo di iniziare a perdere un po’ di tempo per smentire tutte le cazzate che girano in rete”, come ha ribadito ieri su La7.
Presunto pezzo forte del nostro, il tema migranti: “Fra anni ci chiederemo come sia stato possibile rendere il Mediterraneo un cimitero. Non tutti avranno partecipato a questo scempio, c’è chi ancora resiste e resisterà”. Come nel biennio 2015-2016, anno d’oro delle ONG nel mare, le cui traversate hanno causato rispettivamente 3500 e 4733 morti, e poi crollati verticalmente.
Saviano, insomma, è invitato a parlare a tambur battente in ogni dove, senza che qualcuno gli dica cortesemente “frena un attimo”. È consentito? Purtroppo la legge in materia, la 8/2000, “raccomanda”, ma non obbliga, la parità di condizioni nelle tribune politiche, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione.
Cercando su YouTube non si trova una sola trasmissione nella quale Saviano abbia avuto un confronto diretto con qualcuno: o il giornalista parlava da solo, o altre persone parlavano di lui in sua assenza. Unica timida eccezione, la puntata di “Vieni via con me” del 22 novembre 2010, quando all’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni, fu concesso un piccolo spazio di replica nella trasmissione – ma fu necessario l’intervento del Governo, perché inizialmente il cda della RAI negò il permesso.
Indimenticabile il giudizio di Aldo Grasso: “Saviano non è opinionista (deludenti i suoi interventi settimanali), non è showman, è solo Saviano che recita Saviano, un marchio da sfruttare”. Non si capisce, al netto delle sue continue apparizioni televisive e dei suoi monologhi spesso pieni di strafalcioni, imprecisioni e vere inesattezze (come dimenticare il monologo del 26 marzo 2018 sulla Siria?) quale sia la ritrosia nel trattare il giornalista campano come un ospite al pari degli altri e non una sorta di assiso al trono, che disdegna di parlare da pari a pari con chiunque non la pensi come lui e impegnato solo a portare avanti il proprio brand come un piazzista alle prime armi.
In attesa di trovare risposta a queste domande ancestrali, la gomorrea continuerà per molto tempo. Speriamo in un vaccino!
Fonte:Arturo Zaia-stopeuro.news
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