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LE TROBETTE DEI MORTI, IL FUNGO DETTO IL TARTUFO DEI POVERI: Redazione-  La  natura ci riserva oarticolarità, rarità, ed espressioni del gusto armoniose e auspiche, come quelle che ci emana la trombetta dei morti, il fugno detto tartufo dei poveri.  Spesso i raccoglitori snobbano questo fungo, infatti, e sbagliano! Non è per nulla GRAN SASSO - ANCORA NESSUNA NOTIZIA DI GIORGIO LANCIOTTI SCOMPARSO IL 21 SETTEMBRE: Redazione-  Ancora nessuna notizia del ragazzo, scopmarso sul monte Gran Sasso il 21 Settembre scorso. Anche la trasmissione CHI LA VISTO segue il caso, che dopo giorni diventa sembre piu' fitto, infatti nessun segnale dal 21, ne tracce , o VILLAVALLELONGA - MUORE A 58 ANNI DURANTE IL TRASPORTO DEI MOBILI DELLA FIGLIA, COLPITO DA UN MONTACARICHI: Redazione-  Luomo di 58 anni originario di Villavallelonga, ma residente a Roma da anni, mentre eseguiva il trasloco della figlia, nel piccolo paese abruzzese,è stato colpito da un grosso eletrodomestico che si è sganciato da una garrucola, utilizzata a montacarichi. L’ISTITUTO - ALESSANDRINI-MARINO - DI TERAMO ALLA MOSTRA - PENSIERI ED ARTE TRA LE MURA -: Redazione-  Anche gli studenti dell'Istituto di Istruzione Superiore "Alessandrini-Marino" di Teramo hanno avuto modo di ammirare la mostra “Pensieri ed arte tra le mura” – esposizione di elaborati prodotti dai detenuti della Casa circondariale di Castrogno – allestita dall'Associazione culturale FOTO POSTE ITALIANE: EMISSIONE FRANCOBOLLI GIORNATA MONDIALE DELLA SCIENZA: Redazione-  Poste Italiane comunica che l’8 novembre 2024 verranno emessi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy cinque francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “le Eccellenze del sapere” dedicati alla Giornata mondiale della Scienza: Giovanni Caselli; Alessandro Cruto; ARSOLI, CONCERTO A VILLA MORANI PER L’ISTITUZIONE DELLA - BORSA DI STUDIO NADINE HELBIG -: Redazione-  Il prossimo 16 novembre a Villa Morani, ad Arsoli, si terrà un concerto per l’istituzione della Borsa di Studio Nadine Helbig a favore del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. L’idea nasce dall’Associazione Liberi nell’arte per ricordare Nadine Helbig Shakhovskàja, SARTORIA, FURGIUELE (LEGA): - STABILIMENTI BRIONI MODELLO PER PERPETUARE ARTIGIANATO ITALIANO -: Redazione-  “Oggi con una delegazione dell’Intergruppo sulla Conservazione della Sartoria Tradizionale Italiana abbiamo visitato gli stabilimenti di Brioni e la scuola di alta formazione della loro Fondazione. Un momento importante per comprendere la filiera produttiva di chi, come Brioni, ha - PIU' CI RINCHIUDONO, PIU' SIAMO FORTI - DI NARGES MOHAMMADI, PREMIO NOBEL PER LA PACE 2023, AL FLA CON: Redazione-  Domani, 8 novembre alle 19:00, nell’ambito del FLA - Festival di Libri e Altrecose, al ristorante iraniano Omar Khayyam in via delle Caserme 53, Shady Alizadeh, leader italiana del movimento “Donna, Vita, Libertà”, presenterà "Più ci rinchiudono, più diventiamo forti" CARCERI, FINA (PD): - IN ABRUZZO È EMERGENZA, GOVERNO FA POCO E TARDI -: Redazione-  “La situazione delle carceri italiane è grave ma in alcune regioni, l’Abruzzo ad esempio, assume i connotati della vera e propria emergenza. Tuttavia di fronte a questo stato di cose le risposte del Governo sono non solo in grave TORNA LA MUSICA ALL’AUDITORIUM DI SANTA CROCE CON IL VIOLINO DI LUCIO DEGANI E IL PIANOFORTE DI FERDINANDO: Lucio Degani, primo violino de I Solisti Veneti, e Ferdinando Mussutto, pianista, saranno i protagonisti del concerto in programma presso la Chiesa di Santa Croce il prossimo 21 novembre, alle ore 20.45. L’evento è organizzato in occasione delle celebrazioni per

IN ABRUZZO LA GROTTA PIU’ ALTA D’EUROPA

Grotta Grotta

Redazione-  Uno dei luoghi d’incanto d’Abruzzo, la Grotta del Cavallone, in Abruzzo, il cui primato è quello di essere la grotta naturale visitabile più alta d’Europa. Del resto, quando parliamo di Abruzzo parliamo di un territorio definito, senza enfasi retorica, “il piccolo Tibet d’Italia” dato che vi ricadono le vette più alte e spettacolari dell’Appennino peninsulare, come il Gran Sasso ed il massiccio della Majella, i monti della Laga al confine con Lazio e Marche, quelli del gruppo Sirente-Velino, le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo al confine con Lazio e Molise e i monti Simbruini condivisi con il Lazio. Pareti vertiginose, orizzonti a perdita d’occhio, sterminate vallate, laghi d’altura, tutto concorre a giustificare la suggestiva denominazione. In questo quadro, la Grotta del Cavallone, con i suoi 1475 metri sul livello del mare, si inserisce in modo perfettamente coerente offrendosi quale destinazione imperdibile per gli amanti delle grandi altezze e del paesaggio rupestre.A guardarla dal fondovalle ha l’aspetto di un’enorme nido d’aquila o, volendo lasciar volare la fantasia, quello della tana di un mitico drago, magari come quello leggendario di cui si custodisce una misteriosa costola nel non lontano borgo di Atessa. Al suo interno “mostri”, “foreste incantate”, sale “delle fate, degli Elefanti e delle Statue” – nomi dati alle affascinanti concrezioni calcaree e agli ambienti che le ospitano – aggiungono potere evocativo alla naturale aura fiabesca del luogo che con i suoi 3 km di estensione, ancora in parte da esplorare, si affaccia sullo splendido paesaggio della Valle di Taranta per poi inoltrarsi nel ventre della montagna. Taranta Peligna e Lama dei Peligni, borghi rispettivamente di 375 e 1304 abitanti, sono i due comuni in provincia di Chieti nel cui territorio rientra la Grotta del Cavallone. Le prime tracce di una sua frequentazione risalgono al 1666, come segnala un’incisione su un masso accanto all’ingresso, mentre più documentata è l’eplorazione del 1704 dei cui artefici si conoscono i nomi. E’ però dalla fine dell’800 che è stato avviato l’utilizzo turistico della grotta con la costituzione della Società delle Grotte del Cavallone e del Bue. A questo periodo risale la costruzione dell’ardito sentiero di accesso intagliato nella viva roccia, mentre il percorso all’interno fu agevolato da scalette in legno di cui si conservano tracce, oltre che da un servizio di guide. Agli inizi del XX secolo, grazie all’iniziativa del noto pittore abruzzese Francesco Paolo Michetti, che per la scenografia della tragedia La figlia di Iorio di Gabriele d’Annunzio si ispirò alla grotta del Cavallone, la notorietà del luogo ebbe un’impennata. Il successo del dramma dannunziano valse infatti alla grotta anche la denominazione di “Grotta della Figlia di Iorio”; alcuni dei suoi ambienti e delle sue concrezioni presero i nomi dei personaggi della celebre tragedia e finì così col richiamare l’attenzione di numerosi visitatori. Determinante nella scelta, fu per Michetti l’immagine della caverna dove i due innamorati – Aligi e Mila, protagonisti del testo dannunziano – si rifugiarono: lui è un giovane della buona società che prossimo al matrimonio con una sua pari, s’innamora della povera popolana Mila considerata dai contadini una strega malefica. Questi la rincorrono per linciarla ma Aligi la protegge conducendola appunto nelle grotte. Una suggestione letteraria che da oltre un secolo ha reso la Grotta del Cavallone uno dei luoghi dannunziani per eccellenza. La frequentazione turistica della Grotta conobbe una pausa durante l’ultima guerra mondiale allorchè fu utilizzata come rifugio per le popolazioni locali, mentre dagli anni ’50 in poi la Società Speleologica Italiana e di altri enti l’hanno sottoposta ad esplorazioni scientifiche accurate. Il percorso turistico nella grotta è di circa 700 metri con visite guidate dalla durata complessiva di un’ora. La temperatura all’interno, costante tutto l’anno, è di 10° mentre l’umidità raggiunge in alcuni punti il 90%. Il tragitto aperto al pubblico copre solo una parte della sua articolazione, fatta anche di alcuni tratti per esperti e di altri esclusivamente rivolti a speleologi provetti. Insomma oltre che una meta magica per il visitatore comune la grotta è anche un paradiso scientifico e geologico, incastonato in quello straordinario bacino di biodiversità che è il Parco della Majella. Anche visitatori senza particolare esperienza di contesti rupestri hanno oggi l’occasione di poter ammirare nella Grotta tre sale maggiori e una serie di passaggi ed ambienti minori ricchi di stalattiti, stalagmiti e laghetti dai nomi evocativi. E’ questa la felice ricompensa per chi arriva alla Grotta tramite la funivia che sovrasta la strada detta ‘la tajate de Palena’, nel senso che ‘taglia’ il monte Porrara per raggiungere Palena. Il percorso in funivia inizia dalla località Pian di Valle a circa 750 metri ed arriva alla quota di 1300 metri.

Dalla funivia, e successivamente dall’imbocco dell’antro, lo sguardo vaga stupefatto fra strapiombi, orridi, boschi, pendici e vallate, tra i quali non è raro scorgere l’aquila reale, il falco pellegrino o i camosci d’Abruzzo.

Ultima modifica ilGiovedì, 16 Maggio 2024 11:43

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