CINEMA - 57 ANNI FA SI SPEGNEVA UNA STELLA, MORIVA IL GRANDE TOTO'
- Scritto da Ivan Cicchetti
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Redazione- Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, per l’eternità noto come Totò, lo aveva previsto: solo alla sua morte gli avrebbero riconosciuto lo status di grande artista e così fu, nonostante la sua poesia più nota dicesse il contrario («‘A morte ‘o ssaje ched’è? È una livella»).Era il 15 aprile 1967. Il Principe della risata si spegne nella sua abitazione di via dei Monti Parioli 4, a Roma, in seguito a due giorni di agonia dovuti a un attacco cardiaco. «Cafie’, non ti nascondo che stasera mi sento una vera schifezza»: a bordo della sua Mercedes, Totò parlava così al suo autista Carlo Cafiero, che lo stava accompagnando a casa la sera del 13 aprile. Arrivato a casa, il sorriso della compagna Franca Faldini, allora attrice di un certo successo e in seguito giornalista e scrittrice, gli restituì un po’ di serenità. Dopo mangiato, però, il comico sessantanovenne accusa dei forti dolori allo stomaco che lo inducono a chiamare il suo medico di fiducia il quale, dopo avergli somministrato dei farmaci, gli raccomanda il riposo. Totò trascorre sereno l’ultimo giorno della sua vita facendo progetti per il futuro.Alle 3.30 del 15 aprile Totò spira, all’ora in cui era solito andare a dormire. Pochi giorni prima, in un’intervista aveva dichiarato: «Chiudo in fallimento. Nessuno mi ricorderà». Mai profezia fu tanto falsa. Il 17 aprile alle 11.20, dopo una semplice benedizione nella chiesa di Sant’Eugenio in viale Belle Arti, la salma inizia l’ultimo viaggio in direzione di Napoli. Giunge nella città natia alle 16.30 e già vicino al casello dell’autostrada del Sole c’era una marea di gente.
La Basilica del Carmine Maggiore è stipata da tremila persone mentre altre 100.000 sono assiepate nella piazza antistante per l’ultimo saluto al grande figlio di Napoli. Sulla bara, la bombetta con cui aveva esordito e un garofano rosso. Attimi di commozione pura, la sua Napoli tutta intorno a lui, molte le persone che per il dolore, e l'emozione, hanno bisogno dell'intervento dei soccorsi sanitari. Con grande voce, durante il funerale, il suo grande amico Nino Taranto, chiede di unirsi al dolore per la perdita del grande Toto'.
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