PAGANICO SABINO SI VESTE A FESTA CON LA SAGRA DELLE SAGNE STRASCIATE DOMENICA 26 LUGLIO
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Redazione-Ingredienti semplici e genuini, una preparazione che è rimasta identica nel corso dei secoli e qualche piccolo trucco noto solo alle massaie locali: è dalla sapiente combinazione di tutti questi elementi che nascono le “sagne strasciate”, il primo piatto tipico di Paganico Sabino. Il piccolo borgo della provincia di Rieti, che sorge proprio sulle rive del suggestivo Lago del Turano, le festeggia domenica 26 luglio con una delle Sagre più amate della zona, giunta ormai alla 24esima edizione.
Realizzata la sfoglia, rigorosamente a mano, le cuoche del posto la strappano in piccoli lembi, che vengono quindi cotti e conditi con i prelibati funghi porcini raccolti nei boschi che circondano il paese: il risultato è una vera e propria prelibatezza si potrà gustare insieme a porchetta, pane e vino rosso locale presso il Centro Diurno con posti coperti da capienti tensostrutture. Sarà una giornata all’insegna del gusto, della cultura e degli intrattenimenti che prenderà il via già alle 11 del mattino con le visite guidate fra le bellezze del borgo a cura del “gruppo cultura” del Comune, gli spettacoli musicali e gli stand che proporranno i migliori prodotti tipici della Sabina. A disposizione dei visitatori ci sarà anche un comodo bus-navetta che consentirà di raggiungere il Centro Diurno dopo aver parcheggiato la propria auto lungo la via che porta al paese. Un borgo caratteristico con i suoi piccoli vicoli e le piazzette ben curate, all’interno del quale meritano una visita la trecentesca Chiesa di San Nicola, quella di Santa Maria dell’Annunciazione e quella di San Giovanni Battista, oggi parte integrante del cimitero.
Nel territorio di Paganico Sabino sorge anche la “Pietra Scritta”, il monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C.: si tratta di un monumento funerario “a dado”, realizzato modellando un masso erratico esistente sul posto e che si era probabilmente distaccato dall’incombente monte Cervia. La “Pietra Scritta”, insieme ad altri reperti archeologici rinvenuti recentemente sulla cima del monte Cervia, testimonia in modo incontrovertibile la remota antichità degli insediamenti romani nella Valle del Turano.
E sempre nel Reatino, a Cantalice fervono i preparativi per l’inaugurazione del Santuario di San Felice all’Acqua che torna al suo antico splendore dopo i lavori di restauro.
L’appuntamento è fissato per il 26 luglio e la giornata prenderà il via alle 16.30 con la processione con la Statua di San Felice dalla Chiesa al Santuario San Felice all’Acqua; proseguirà quindi con la Santa Messa, con la cena offerta dalla Confraternita e si concluderà con la serata Musicale con l’orchestra Maikol Rossi. Proprio in questo luogo magico San Felice, il primo santo dell’Ordine dei Cappuccini, compì il celebre Miracolo dell’acqua: durante una calda giornata estiva, Felice e i suoi compagni erano dediti come solito al lavoro nei campi ma il gran caldo e la mancanza di acqua comportava una gran fatica; i suoi compagni, al limite di sopportazione, si lamentavano e imprecavano per il loro triste destino: affinché i contadini potessero estinguere la sete, Felice pregò e, colpendo a terra con un bastone, fece scaturire una sorgente d’acqua; sorgente che oggi è segnalata da una piccola fontana nel cortile del Santuario stesso. Proprio in questo periodo, d’altronde, l’antico paese che domina dall’alto la piana di Rieti celebra il 5° centenario della nascita di San Felice, con festeggiamenti che andranno avanti fino al maggio del 2016 tra solenni momenti religiosi, spettacoli musicali, pirotecnici, appuntamenti con il gusto e intrattenimenti vari.
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