I FINANZIAMENTI DI GEORGE SOROS DIETRO LE ONLUS ITALIANE PRO ACCOGLIENZA
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Redazione-Era il settembre 2016 quando il magnate George Soros, fondatore della rete “filantropica” dell’Open Society Foundations, annunciava dalle colonne del Wall Street Journal di voler investire “in start-up, aziende, iniziative di impatto sociale e imprese fondate da migranti e rifugiati”. Soros è uno che le promesse le mantiene e così ha fatto dal 2016 ad oggi, come molte inchieste giornalistiche hanno appurato. A cominciare da quella condotta da Gian Micalessin per Il Giornale, che già nel marzo 2017 ha acclarato i rapporti tra il finanziere e le Ong nel Mediterraneo.Tra le realtà italiane che ricevono contributi dalla Open Society Foundations, come aveva sottolineato qualche tempo fa anche il blogger Luca Donadel, c’è anche l’associazione A Buon Diritto presieduta da Luigi Manconi, presidente di Unar ed ex Sottosegretario di Stato alla giustizia nel secondo governo Prodi (XV legislatura) con delega al sistema penitenziario, che nei giorni scorsi ha duramente criticato la linea del Ministro Matteo Salvini sull’immigrazione. Manconi è stato Senatore della Repubblica per il Partito Democratico dal 2013 fino al 2 febbraio 2018 quando è stato nominato dall’allora presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni coordinatore dell’Unar, l’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni istituito all’interno del Dipartimento per le pari opportunità.
Le associazioni italiane finanziate da Soros. C’è anche l’Onlus di Luigi Manconi
Il professore, come già sottolineato, è anche presidente della onlus “A Buon Diritto” il cui sito web “è realizzato con il contributo di Open Society Foundations”. Basta dare una rapida occhiata al sito web dell’associazione per avere conferma del contributo del magnate e della sua rete filantropica, alla faccia del “complottismo” a cui talvolta si appella la sinistra per tentare di “scagionare” il finanziere e le sue trame. D’altro canto la onlus del professore ex Lotta Continua ha tutte le carte in regola per piacere alla visione globalista e senza frontiere del finanziere: immigrazione, antiproibizionismo, libertà terapeutica, tutti temi cari all’agenda globale dell’Open Society.Manconi e la sua Onlus sostengono peraltro la campagna Welcoming Europe promossa da tutte le realtà associative del firmamento progressista – Arci, Baobab Experience, Fondazione Migrantes, Sant’Egidio, Libera, Cgil. Iniziativa, rivolta alla Commissione Ue, che ha l’obiettivo di “rafforzare i corridoi umanitari per i rifugiati, decriminalizzare gli atti di solidarietà, tutelare le vittime di abusi alle frontiere” e che è sostenuta, tra gli altri, da Michela Murgia, Diego Bianchi, Leoluca Orlando e Gad Lerner.
“Accogliamoli tutti”
Il presidente di Unar è inoltre autore – insieme a Valentina Brinis – del pamphlet Accogliamoli tutti. Una ragionevole proposta per salvare l’Italia, gli italiani e gli immigrati con prefazione dell’ex ministro Cécilie Kyenge. L’obiettivo dei due autori è quello di dimostrare che “l’arrivo di donne e uomini stranieri è un’opportunità di salvezza per una società invecchiata e immobile come la nostra, per il suo dissestato sistema produttivo e il suo welfare in crisi”.Nel 2014, l’allora senatore del Pd incontrò di persona il finanziere per discutere proprio di immigrazione e diritto all’asilo. Lo riporta il sito dei senatori del Pd: “Il lavoro di George Soros e della Fondazione Open Society in Italia – scrisse Manconi all’epoca – è senz’altro da apprezzare ed è coerente con la nostra richiesta all’Europa di realizzare presidi Ue nei paesi di partenza dei migranti, insieme alle agenzie internazionali e alle organizzazioni umanitarie. Questo per permettere un esame anticipato delle domande di asilo e per evitare i pericolosi viaggi nel Mediterraneo”.I collegamenti non finiscono qui. Nel 2016, Luigi Manconi ha partecipato insieme a Gennaro Migliore e a Pierfrancesco Majorino – al convegno promosso proprio dall’Open Society
Foundations e dalla Fondazione De Gasperi.
Fonte:ilgiornale.it
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