TEMPI D'ATTESA INACCETTABILI,ITALIANI IN FUGA DALLA SANITA' PUBBLICA A QUELLA PRIVATA
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Redazione-Pazienti in fuga. La sanità pubblica lascia i malati in attesa e loro, tra mille sacrifici, si rivolgono all'assistenza privata. Quando possono, ovviamente. E' questo il triste ritratto del Servizio sanitario pubblico (che era stato preso come esempio anche dagli Usa di Obama) ora al collasso. A rivelarne le criticità è la ricerca Censis-Rbm Salute “Oltre l'attuale welfare integrativo: rinnovare la previdenza complementare e la sanità integrativa” presentata ieri al Welfare Day. Solo nell'ultimo anno la lista di attesa per una risonanza magnetica al ginocchio si è allungata di 20 giorni passando da una media di 45 giorni a 65, un'ecografia all'addome si è fatta attendere altri 12 giorni, 10 giorni in più per una colonscopia per cui la lista di attesa passa da 69 a 79 giorni. Si tratta di dati medi, visto che ci sono anche Regioni in cui l'attesa si moltiplica. Cosa accade allora? Che il paziente sempre più spesso ricorre alla sanità privata: negli ultimi 12 mesi lo hanno fatto ben 22 milioni gli italiani per un accertamento specialistico come la radiografia, l'ecografia, la risonanza magnetica o la Tac: tra questi 5,4 milioni hanno pagato per intero la prestazione e tra loro ci sono ben 1,7 milioni di persone a basso reddito. Stessa situazione per le visite specialistiche: oltre 9 milioni di italiani hanno dovuto effettuarle a pagamento intero e, tra questi, ben 2,7 milioni sono persone a basso reddito. Per la riabilitazione si sono rivolti al privato ben 4 milioni di italiani Non solo, ci sono anche 4,5 milioni di italiani che hanno dovuto rinunciare ad almeno una prestazione. Neanche il servizio dell'intramoenia, privato ma nelle strutture pubbliche, sembra essere una soluzione. Anzi, costa e si fa attendere più del privato: una visita cardiologica costa in media 113 euro con 7 giorni di attesa in intramoenia, 108 euro e 5 giorni di attesa nel privato.
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