SANITA',ARRIVANO TAGLI PER DECRETO.QUALI SERVIZI PERDEREMO
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Redazione-Nella prossima legge di Stabilità c'è la necessità di trovare 10 miliardi, ed è probabile che il governo andrà a cercarli - almeno in parte - nel comparto Sanità. Non si tratterà dei soliti tagli lineari, dicono il commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld e il ministro Beatrice Lorenzin, ma una parte dei risparmi dovrà derivare dalle misure che puntano a mettere in efficienza il sistema. In ballo c'è un pacchetto di misure per 2,3 miliardi nel 2015, altrettanti nel 2016 e nel 2017. Importanti, e in qualche caso dolorosi, i provvedimenti che riguarderanno direttamente i cittadini.
TAGLIO DELLE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE
Al primo punto c'è il taglio delle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) non necessarie (nel linguaggio tecnico: non appropriate). Il ministero della Salute stilerà con un decreto ad hoc la lista delle situazioni e delle patologie in cui analisi e approfondimenti sono necessari. Per visite e patologie escluse dalla lista, si dovrà pagare di tasca propria. La norma prevede anche una stretta sui medici perché il principio che ispira la razionalizzazione è che bisogna frenare il fenomeno della cosiddetta "medicina difensiva": medici che per mettersi a riparo da eventuali vertenze giudiziarie, "elargiscono" con facilità analisi e controlli. Da oggi chi sbaglia subirà un taglio allo stipendio.
RICOVERI E RIABILITAZIONE
Stesso schema d'intervento per quanto riguarda ricoveri e riabilitazioni. Prevista una revisione delle tipologie in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie. Le prestazioni erogate ogni anno dal settore pubblico o privato sono circa 200 milioni: l’obiettivo sarebbe quello di ridurle del 15 per cento con il taglio di circa 28 milioni di prestazioni l’anno. Da questa operazione verrebbero risparmi per 198 milioni di euro l’anno.
OSPEDALI
E’ previsto, oltre al controllo delle strutture in rosso, l’azzeramento dei ricoveri nelle case di cura convenzionate con meno di 40 posti letto, la riduzione della spesa del personale a seguito del taglio della rete ospedaliera, la riduzione della degenza media e del tasso di ospedalizzazione.
LA CENTRALE UNICA OPER GLI ACQUISTI
Detto dei dolorosi tagli, c'è anche il capitolo della razionalizzazione e della riorganizzazione, soprattutto per quanto riguarda le spese per gli acquisti. Un piano che in realtà risale alla Spending Review targata Cottarelli, specia per quanto concerne la centrale unica di acquisti. Inoltre sarà costituito presso il ministero della Salute un osservatorio sui prezzi dei dispositivi medici (apparecchi, impianti, sostanze) il cui costo non potrà comunque superare il tetto del 4,4 per cento.
IL GOVERNO
“Niente tagli lineari, anche perché non c’è più niente da tagliare - dice il ministro Lorenzin -, c’è invece la possibilità di recuperare risorse grazie a una maggiore efficienza e a una nuova organizzazione. Si calcola una cifra intorno ai 30 miliardi ma se riusciamo a trovarne 10 mi accontento”. L’obiettivo è rastrellare dieci miliardi di euro in 3-4 anni puntando ai 13 miliardi che scivolano via con prescrizioni e visite superflue . Cifre che sarebbero dovute servire per ammodernare la sanità, ma che secondo il commissario alla Spending Review Yoram Gutgeld “possono essere utilizzate per raggiungere gli obiettivi di finanza pubblica”. “Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema – sostiene il ministro Lorenzin – poi se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte potrà andare nel ridurre le tasse ma il resto va a personale, ricerca e nuove tecnologie, e in generale a migliorare i servizi”.
LE REGIONI
Le Regioni stanno sulla difensiva dopo l’uscita di Palazzo Chigi. "Esistono spazi di miglioramento nella sanità, ma li cerchino dove sono: noi abbiamo già tagliato nel 2012", ha detto Luca Colletto, assessore alla Sanità nel Veneto e coordinatore del settore nella Conferenza delle Regioni. Polemica Sonia Viale (Sanità, Liguria): "Questa è la logica del governo: tirano le righe sopra. Sulle Province, sugli ospedali in rosso. Li cancellano. La Liguria e la Lombardia, invece, propongono un modello costruttivo, non distruttivo: mettiamo in condivisione le eccellenze sanitarie delle due regioni". Più cauto Antonio Saitta (Sanità, Piemonte): "D’accordo ci sono margini, ma ricordo che noi siamo stati la prima Regione ad applicare la riorganizzazione della rete ospedaliera". Rincara la dose Fabio Rizzo ( Commissione sanita Lomardia): "Il governo si sveglia tardi, segua l’esempio Lombardo". Vantano passi avanti anche in Toscana: "La centrale unica d’acquisto noi ce l’abbiamo già per tutte le aziende sanitarie", aggiunge Stefania Saccari (Sanità). Persino la Sicilia si chiama fuori: "Per noi il percorso è più facile: abbiamo un avanzo di 30 milioni", dice l’assessore alla Sanità Baldo Guicciardi.
IL SINDACATO
"Le ricette non sono assolutamente nuove", protesta però Rosanna Dettori, segretaria generale della Fp Cgil. "C’è preoccupazione: dovendo tagliare 35 miliardi per il taglio delle tasse si fanno le solite scelte, si va sulla sanità e sugli enti locali che però sono già al collasso".
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