INTERVISTA A MONICA ZAULOVIC, POETESSA E NUOVA AUTRICE DE- IL CUSCINO DI STELLE- CON LA SILLOGE POETICA -CORATICUM-
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Redazione- Leggendo la raccolta e osservando l’indice, spicca l’originalità nella struttura poetica. La maggior parte dei componimenti è senza titolo. Da dove deriva questa scelta stilistica?
Ho scelto volutamente di omettere il titolo a determinate opere in quanto, molto spesso, il titolo anticipa il contenuto e guida il lettore. Come dico spesso, a mio parere, le liriche sono come un giallo da risolvere. In quelle poesie il mio desiderio era quello di far soffermare il lettore per farlo cercare tra le righe il messaggio più profondo, completo, senza dare nessun indizio e senza dare nessuna anticipazione.
2) Sempre parlando di organizzazione tecnica, nella silloge è presente una sezione Haiku. Come si è appassionata di questo genere?
Gli haiku sono nati quasi per caso. Anni fa mi sono avvicinata alla letteratura giapponese e in essa, tra diverse cose, ho scoperto di haiku. Poco tempo dopo ho partecipato a un concorso letterario in cui una delle sezioni era proprio dedicata agli haiku. Mi sono voluta mettere in gioco e l'esito è stato notevole: ho ricevuto una menzione di merito e di onore. Da quel momento ho sviluppato determinati approfondimenti e ho scelto di inglobare tale genere letterario.
3) Che cosa consiglia a chi, ancora all’inizio del proprio percorso, vorrebbe trovare spunti per approfondire e ampliare la propria produzione poetica?
A chi è all'inizio del proprio percorso e vuole ampliare la propria produzione poetica suggerisco il consiglio sicuramente più antico al mondo: leggere, leggere molto.
Nello specifico tale lettura deve affrontare una sorta di critica filologica. È importante allenarsi nel soffermarsi sulla parola, ragionare su ciò che è parola e su ciò che è termine, cercare e riflettere sul significato esplicito e implicito di ogni singola parola.
La poesia va analizzata, va studiata la tecnica, vanno studiate le figure retoriche e le metriche. Poi, ognuno è libero di sceglierle o no, rispettarle o no, ma trovo assolutamente fondamentale assolutamente avere un bagaglio di conoscenza tecnica, per poter amare in primis la poesia e poi avere una competenza di un certo tipo nel produrla.
Per ultimo, non perché meno importante tutt'altro, suggerisco di ascoltarsi, sentire emozioni, sentire sensazioni, sentire vibrazioni e riuscire, in qualche modo, a trasformarle in parole, in termini, in suoni, in pause, in versi. Questa è poesia e questa è la magia della poesia
in quanto, a volte, quattro versi hanno il potere di portare un messaggio che in realtà potrebbero essere esplicitato in mille pagine.
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