ITALIA,PAESE PESANTEMENTE IMPOVERITO:OLTRE 4 MILIONI IN POVERTA' ASSOLUTA
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Redazione-L'indice di povertà assoluta delle famiglie italiane, dopo due anni di aumento, nel 2014 è rimasto stabile. Rimaniamo dunque molto poveri e molto di più rispetto agli anni passati.
Lo annuncia l'Istat nell'indagine sulla spesa delle famiglie. Un timido segnale di leggero miglioramento della situazione economica italiana anche se restano oltre 4 milioni di indigenti.
Sono un milione 470mila le famiglie (il 5,7% di quelle residenti) che non ce la fanno a sbarcare il lunario ed é immutata anche la distribuzione dell'indice di povertà nel Paese con il Sud che resta indietro con un'incidenza dell'indice di povertà dell'8,6% contro il 4,2% del Nord e il 4,8% del Centro.
Ovviamente la situazione economica varia non solo a seconda delle aree di residenza, ma anche in base ai componenti del nucleo familiare stesso.
La soglia di povertà si ferma a 816,84 euro per una famiglia di un solo componente tra i 18 e i 59 anni che vive in un'area metropolitana del Nord mentre, per la stessa tipologia, la soglia scende a 782,87 euro in un'area metropolitana del Centro e a 605,43 al Sud. Secondo l'Istat migliora la situazione economica dei nuclei familiari con figli: tra quelli che ne hanno due l'incidenza di povertà assoluta passa dall'8,6% al 5,9%, e delle famiglie con a capo una persona tra i 45 e i 54 anni (dal 7,4% al 6%). Ad esempio una famiglia con due figli tra 4 e 10 anni e due genitori tra 18 e 59 anni è considerata povera se spende meno di 1555,90 euro se vive in un grande comune del Nord; 1459,82 del centro; 12231,90 del Sud. Fotografando la situazione sociale delle famiglie, quelle con stranieri sono mediamente più povere di quelle composte solamente da italiani: dal 4,3% di queste ultime (in leggero miglioramento rispetto al 5,1% del 2013) al 12,9% per le famiglie miste fino al 23,4% per quelle composte da soli stranieri.
Al Nord e al Centro la povertà tra le famiglie di stranieri è di oltre 6 volte superiore a quella delle famiglie di soli italiani, nel Mezzogiorno invece è tripla. La famiglia dunque in qualche modo cerca di compensare gli effetti della crisi economica al sua interno. Secondo l'Istat la povertà assoluta diminuisce anche tra le famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (dal 23,7% al 16,2%), poiché sempre più spesso, rispetto al 2013, queste famiglie hanno al proprio interno altri occupati o ritirati dal lavoro. Hanno ammortizzato meglio gli effetti della crisi le famiglie con diplomati e liberi imprenditori che risultano meno povere. L'incidenza di povertà assoluta scende all'aumentare del titolo di studio: se la persona di riferimento è almeno diplomata, l'incidenza (3,2%) è quasi un terzo di quella rilevata per chi ha la licenza elementare (8,4%).
Inoltre, la povertà assoluta riguarda in misura marginale le famiglie con a capo imprenditori, liberi professionisti o dirigenti (incidenza inferiore al 2%), si mantiene al di sotto della media tra le famiglie di ritirati dal lavoro (4,4%), sale al 9,7% tra le famiglie di operai per raggiungere il valore massimo tra quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (16,2%).
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