SOTTO LA LENTE - INTERVISTA AL CANTAUTOR MARCO MALATESTA, TRA SOGNI E NOTE
- Scritto da Ivan Cicchetti
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Redazione- Oggi vi presento la mia prima intervista della rubrica SOTTO LA LENTE interviste di Cicchetti Ivan, e come non partire da un talento nostrano, il cantautore MARCO MALATESTA. Straordinario l'ultimo video/canzone, su Carsoli, i luoghi antichi circostanti alla fortezza, i ricordi, i personaggi, le emozioni quando non si aveva nulla eppure si era felici.
1. Chi è Marco Malatesta?
Un cantautore che cerca di raccontare luoghi usando in gran parte i suoi ricordi.
Raramente racconto storie o comportamenti di persone... le conosco poco. La scintilla spesso mi arriva da ciò che mi circonda non da chi mi circonda.
2. Come nasce come artista?
Nasci artista. Non ci arrivi facendo corsi.
Poi migliori studiando. Ma l’input te lo regala madre natura. Ed è il regalo più bello che ho ricevuto dopo il respiro.
3. Sempre legato alla sua terra, e lo si vede nelle spettacolare video(canzone che ha dedicato al suo paese, non ha mai pensato di cercare fortuna, come cantautore fuori?
Arrivo dove posso(ride). Non è una prerogativa enorme della mia vita. Senza ipocrisia, sarei molto felice di arrivare ad allargare il raggio d’ascolto. Un artista nasce per emozionare e non basta di certo solo il suo specchio.
4. Io mi ricordo da piccolo che ascoltavo Norimberga, ed ero assopito da qyesta canzone, e da tutte di quel periodo, ma Marco come artista è cambiato da allora ad oggi?
Ma, non enormemente. Magari, come ti dicevo prima, lo studio e la perseveranza hanno creato nuove sfaccettature e perfezionato modi di porsi nei confronti di ciò che si fa, ma alla fine il mio approccio col concetto di canzone non è mai cambiato. Amo farlo, ma a modo mio.
5. molti artisti si danno uno pseudonimo, come artista, perchè tu hai lasciato tutto cos' reale?
Mi piace il mio nome... mi suona bene(ride). Battuta? Mica tanto.
6. Come cantautore a chi ti ispiri, per scrivere un brano, e soprattutto per interpretarlo?
Nasco con i cantautori della scuola genovese, maggiormente con De Andrè. Amavo ed Amo il suo modo di porsi nei confronti della sua arte. Gli serviva farlo.
Scrivo un brano sulle immagini. Centro il fuoco e descrivo il contorno.
Nell’interpretarlo chiudo gli occhi e racconto cercando di ricordare l’ambiente l’odore che l’ha ispirato.
7. Ci sono momenti bui e lucenti per un artista, quale il suo periodo buio, e quale luminoso?
I momenti bui nel fare musica non li vivo di certo. È la vita che purtroppo te li consegna. Ma l’arte di per se è scevra di spazi scuri. Quando ti metti a creare è perché lo vuoi fare e ne sei contento.
Quel genere di sensazioni devo cercarli nel mio vissuto...
Momento buio, la morte di mio padre, momento luminoso, il punto finale di ogni nuovo brano.
8. Nell'ultimo lavoro, in produzione, parlerai dei tuoi genitori. Come mi ricordo bene tuo padre, quando andavo a prendere la pizza, ed ogni volta lo sfottevo per la Roma. Cosa ti ha lasciato, come artista, tuo padre?
Nel lavoro in preparazione si parlerà di ricordi in generale e naturalmente ci sarà un brano dedicato al loro amore.
Di mio padre ricordo i suoi continui si nell’andare avanti nonostante i sacrifici. Mi ha lasciato vita, forza e stimoli. Ha sempre spinto la mia arte in tutti i modi. Ha di fatto ristrutturato una soffitta dove m’infilavo da adolescente per scrivere e di questa soffitta ne torneremo a parlare tra qualche tempo, te lo assicuro (ride).
9. Definisciti , in campo artistico, con un aggettivo e spiegami perche'?
Naturale... canto solo quel che conosco e che vedo.
10. Nella vita quotidiana sei il Marco artista o il Marco Malatesta l'amico di tutti? Pensa Marco, che questa domanda l'ho fatta l'anno scorso quando ho intervista Mauro Coruzzi, Platinette, un ora di risposta, tra risate e identità a confronto.
Ma credo che ogni artista anche nei comportamenti quotidiani non può scindere le due personalità... sono complementari... vivo bene con gli altri perché vivo di tutto quello che faccio. Quindi amico di tutti perché compagno dell’arte... senza di Lei... sarei una candela consumata.
Grazie Marco, grazie per la tua arte
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