UN SEME DI RINASCITA: LA PAROLA CHE GUARISCE
- Scritto da Dott.ssa Assunta Di Basilico
- Pubblicato in EVENTI
- 0 commenti
Quando l’educazione del sentire incontra la testimonianza viva: a Cameri nasce un movimento educativo e di rinascita sociale
Redazione- Ci sono serate in cui un luogo diventa cuore pulsante di una comunità, e la parola assume il valore di un atto educativo, civile e umano. È quanto accaduto a Cameri, presso il Debut Lounge Bar, dove l’evento promosso dall’Quei bravi ragazzi family Onlus, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha dato vita a un incontro che ha superato i confini della presentazione letteraria per trasformarsi in un’autentica esperienza di educazione emotiva, responsabilità sociale e rinascita collettiva.
Il locale, consueto spazio di socialità giovanile, si è trasfigurato per una sera in un autentico luogo dell’anima, divenendo laboratorio di ascolto, di consapevolezza e di confronto profondo. La partecipazione, straordinaria sia in presenza sia attraverso i canali social, impreziosita dalla visita istituzionale del Sindaco di Cameri, Giuliano Pacileo, accompagnato dall’Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili e da Angela Zampagni, ha testimoniato con forza quanto il tema sia vivo, urgente e profondamente sentito. Una presenza che ha confermato il valore pubblico e civile dell’iniziativa, offrendo alla comunità uno spazio raro e necessario, in cui il dolore può essere accolto senza spettacolarizzazione e trasformato in coscienza condivisa.
Al centro dell’incontro, la presentazione del libro “Il silenzio che mi urlava dentro” e l’esposizione pittorica di opere su tela, di Antonietta Leonarda, una donna che ha raccolto attraverso il suo libro la violenza subita di una commercialista che ha scelto di trasformare la propria ferita in parola, una storia in strumento educativo. Il racconto, sobrio e potente, ha scosso la sala e migliaia di coscienze collegate a distanza, mostrando come il silenzio possa diventare voce e la voce possa generare salvezza, non solo personale ma anche sociale. La testimonianza non è stata mera narrazione, ma atto pedagogico vivo, capace di educare allo sguardo, al rispetto, alla responsabilità.
A guidare l’incontro con profonda sensibilità è stata Nadia Di Rocco, Presidente di Quei bravi ragazzi family Onlus, instancabile attivista dei diritti umani e del recupero sociale. Da anni il suo impegno si muove su un doppio binario: tutela delle vittime, ma anche accompagnamento educativo delle persone che hanno commesso reati, affinché possano intraprendere un cammino di consapevolezza, riconoscere l’errore, ricostruire la propria dignità e ritrovare un senso alla vita. Un modello di intervento fondato sull’educazione, sulla rieducazione affettiva, sulla responsabilità e sulla possibilità concreta di trasformazione, sostenuto da un’équipe multidisciplinare di avvocati, pedagogisti, educatori, psicologi e mediatori famigliari, che lavorano in sinergia per restituire alla persona la propria umanità.
In collegamento online è intervenuta la Dott.ssa Assunta Di Basilico, Presidente dell’Associazione Essere Oltre ETS, psicologa, pedagogista, mediatrice familiare ed esperta di Intelligenza Emotiva. Il suo contributo ha dato profondità scientifica e valenza educativa all’incontro, ribadendo come la violenza trovi spesso le sue radici in un analfabetismo emotivo diffuso e come l’educazione alle emozioni rappresenti oggi uno dei più potenti strumenti di prevenzione sociale.
Tra le due associazioni è nato un progetto comune che pone al centro l’educazione emotiva come fondamento della non violenza, un cammino condiviso che unisce testimonianza, competenza psicologica, visione pedagogica e attivismo civile. Un progetto che non si limita a “denunciare” il male, ma lavora per estirparne le cause profonde: la solitudine emotiva, l’incapacità di gestire la rabbia, il bisogno di controllo, l’assenza di modelli relazionali sani.
L’incontro di Cameri non è stato dunque un semplice evento, ma l’inizio di un percorso culturale itinerante che, partendo da un piccolo centro del Piemonte, mira a diffondere in tutta Italia una nuova coscienza educativa: la convinzione che la prevenzione nasca prima di tutto dalla formazione della persona, dall’allenamento alla consapevolezza emotiva, dalla parola che illumina e non ferisce.
A suggellare la serata, il dono simbolico di una gerbera rossa a tutte le donne presenti: un fiore semplice, ma carico di significato, offerto dai titolari del Debut Lounge Bar, Luca Lorenzini e Eric Marconato, come gesto di rispetto, di bellezza e di vicinanza. Un simbolo educativo potente: perché anche i piccoli gesti possono insegnare, curare, proteggere.
Il grande successo di pubblico, in presenza e online, racconta con chiarezza quanto la società abbia bisogno di spazi autentici di parola, di ascolto e di verità. L’evento di Cameri ha dimostrato che la cultura può diventare cura, che la narrazione può educare, che l’intelligenza emotiva può trasformarsi in bene collettivo. Ha dimostrato che quando educazione, scienza, testimonianza e impegno sociale camminano insieme, la speranza smette di essere un’idea astratta e diventa esperienza concreta.
Ora il cammino prosegue. Da Cameri all’Italia, questo progetto continuerà a portare nelle comunità la voce delle donne, la competenza dei professionisti, il valore dell’educazione emotiva, la possibilità della rinascita. Perché la violenza non si combatte in un giorno soltanto, ma attraverso un’educazione quotidiana al sentire, al rispetto, alla dignità, alla responsabilità affettiva.
Ogni parola donata con consapevolezza è un seme.
E ogni seme, se curato, può diventare vita.
